Cosa è l’ALSSA?
L’11 gennaio 1997, presso la sede del Club Alpino Italiano di Genova Bolzaneto, e, successivamente, in data 22 febbraio 1997, presso i locali dell’Università Popolare Sestrese, a Genova Sestri, si riuniva il Comitato Promotore dell’Associazione Ligure per lo Sviluppo degli Studi Archeoastronomici (A.L.S.S.A.) che stilava e ratificava lo Statuto Sociale, che veniva in seguito registrato con atto legale il 12 maggio dello stesso anno (Prot. 1814, Uff. di La Spezia). L’A.L.S.S.A. è un libero sodalizio, senza fini di lucro, che nasce da un contributo multidisciplinare ad opera di un gruppo di ricercatori aderenti a diverse associazioni, quali l’Osservatorio Astronomico di Genova, l’Istituto Internazionale di Studi Liguri, l’Associazione Ligure Astrofili “Polaris” e l’Associazione Astrofili Spezzini. Gli scopi dell’Associazione sono lo studio, la ricerca, la divulgazione e la pubblicazione nel campo dell’Archeoastronomia. Il Comitato Promotore dell’Associazione è composto dai seguenti ricercatori: Grazia Alemanno, Mirco Manuguerra, Giuseppe Veneziano, Mario Codebò, Sergio Berti, Enrico Calzolari, Floriana Suriosini, Davide Pederzoli, Lucia Petruzzella, Anna Petruzzella, Luigi Felolo, Paolo De Nevi, Umberto Torretta, Sergio Brizzi, Orlando Morchio. La struttura multidisciplinare di questa materia di studio, oltre alle ovvie conoscenze basilari di astronomia, visuale e di posizione, e di archeologia, prevede l’utilizzo di altre discipline ad esse collegate, quali la geologia, la geofisica, la toponomastica, l’etnografia e la storiografia. Proprio per la vastità di interessi che l’archeoastronomia, come materia scientifica, racchiude in sè, e a causa della differente estrazione culturale dei soci, è stato istituito fin dall’inizio un ciclo di Seminari a cadenza annuale, seguiti da altri incontri di studio e uscite sul campo.
Cosa è l’Archeoastronomia?
L’archeo-astronomia è un ramo dell’archeologia che studia le conoscenze astronomiche delle popolazioni preistoriche, protostoriche, classiche e medievali. E’ una scienza relativamente nuova, essendo nata ufficialmente nel XVIII secolo in Inghilterra, quando W. Stukeley e J. Wood si accorsero che l’asse principale del sito megalitico di Stonehenge è rivolto verso il sorgere del Sole al solstizio estivo. A quel primo lavoro fecero ben presto seguito altri studi che dimostrarono che moltissimi edifici e strutture artificiali dell’antichità sono orientati verso punti dell’orizzonte dove il Sole, la Luna e gli astri più brillanti sorgono o tramontano in momenti particolari dell’anno. Lo studio del loro orientamento permette quindi di risalire a quelle che erano le conoscenze astronomiche di questi antichi popoli. I primi punti di riferimento per l’uomo dell’antichità furono sicuramente i due luminari maggiori: la Luna ed il Sole. Per le popolazioni nomadi, che seguivano i greggi e le mandrie nei loro spostamenti, assunse particolare importanza la Luna con l’alternanza periodica delle sue varie fasi. Invece, per le culture agricole, generalmente più stanziali, l’osservazione della posizione del sorgere e del tramontare del Sole sull’orizzonte, o il variare dell’ombra di uno stilo piantato verticalmente nel terreno (gnomone), dava la possibilità di scandire il susseguirsi delle ore, dei giorni e delle stagioni. Fu proprio l’osservazione di questi astri e della loro posizione nel cielo che permise alle antiche comunità di programmare le attività basilari per la loro sopravvivenza, quali l’agricoltura, la caccia e la pesca. Vista la stretta correlazione tra i cambiamenti stagionali della natura ed i cicli degli astri, fu facile per gli antichi pensare che erano questi ultimi a scandire i ritmi della natura. Il loro movimento sulla volta celeste rappresentava la chiave per risolvere o svelare il disegno supremo dal quale dipendeva il divenire di tutte le cose. Questo fu sicuramente lo stimolo iniziale che spinse le antiche popolazioni a voler “misurare”, con metodi propri, le evoluzioni degli astri nel cielo. L’osservazione del cielo divenne così una consuetudine per tutte le culture del mondo e si radicò tanto profondamente nel suo intimo da influire sulla più profonda sfera spirituale dell’uomo. L’archeoastronomia è forse una delle scienze più complesse che esistano. E’ un punto d’incontro – una sorta di unione – tra le materie umanistiche (l’archeologia) e le materie scientifico-matematiche (l’astronomia). Proprio queste sue molteplici sfere d’influenza ne fanno una materia di studio peculiare, che necessita di una collaborazione senza prevaricazioni tra studiosi di diversa estrazione culturale. Gli archeologi non possono fare a meno della collaborazione degli astronomi, così come gli astronomi non possono fare a meno della collaborazione degli archeologi. L’Archeoastronomia ci porta alla conoscenza di quelli che furono i primi passi dell’uomo in quella straordinaria avventura che lo ha portato alla scoperta e alla conquista del cielo, ma anche alla conoscenza delle sue più intime emozioni, credenze e aspettative.
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